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Il Baco in queste settimane sta raccontando, e continuerà a farlo, le serate che le diverse liste civiche stanno organizzando sul territorio per presentarsi in prospettiva delle elezioni amministrative della prossima primavera a Sona.
Una costante che troviamo ripetuta in tutti gli appuntamenti è quella della necessità di dare spazio ai giovani, di puntare sui giovani, di coinvolgere i giovani, di spingere sui giovani. Quasi un imperativo morale.
Tutto bello e tutto giusto. Ma poi, nella realtà, quanto ci crediamo veramente in questi giovani? Perché, come abbiamo già avuto occasione di scrivere, il problema sta tutto qui.
A sentirli evocare continuamente, questi “giovani” assumono quasi i contorni di creature mitologiche, tanto desiderate quanto irraggiungibili. Mentre la questione è molto più semplice: a renderli inavvicinabili sono spesso proprio le posizioni ed i comportamenti che teniamo noi adulti.
Per essere coinvolti i giovani vogliono avere responsabilità vere, vogliono essere visti e considerati, vogliono pesare per quello che possono realmente dare. Mentre, molto spesso nel mondo dell’associazionismo e sostanzialmente sempre nel mondo della politica, ragazze e ragazzi vengono descritti e corteggiati come fondamentali a parole e, nello stesso momento, lasciati fuori dalla porta di ogni scelta e di ogni decisione che conta. Lo abbiamo visto succedere anche in questi anni.
Un’ipocrisia che non viene nemmeno percepita da noi adulti, che amiamo riempirci la bocca di espressioni illuminate quali “ricambio generazionale”, che amiamo inserirli nelle nostre foto e nei nostri discorsi pubblici, salvo poi considerare le ragazze e i ragazzi sempre troppo acerbi: “non sanno”, “non conoscono”, “devono crescere”, “serve esperienza”. Mentre loro, quelle ragazze e quei ragazzi, vorrebbero solo essere messi alla prova. Certo, con la mediazione importante degli adulti, ma vogliono poter fare la differenza. Da subito.
Ma così non succede e ogni fiammata di passione velocemente si perde ed i nostri “mitologici” giovani ci scivolano via come sabbia tra le dita per dedicarsi ad altro, soprattutto ad esperienze di volontariato forte che invece li sanno realmente impegnare.
“Guardiamo al domani con uno sguardo nuovo. Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani. Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranze e facciamole nostre. Facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso. La Repubblica vive della partecipazione di tutti, è questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia. E’ anzitutto questa la ragione per cui abbiamo fiducia”. Queste le parole dedicate ai giovani dal Presidente della Repubblica Mattarella in occasione del discorso del Capodanno 2022.
Bisogna però crederci veramente. Proviamo a farlo in questa campagna elettorale e nell’amministrazione comunale che verrà?
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