Giugno 11, 2023

Siccità, Cia: «A rischio fino al 30% dei prodotti agricoli italiani»

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Cambiamento climatico

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén24 feb 2023

Siccità, Cia: «A rischio fino al 30% dei prodotti agricoli italiani»

La siccità mette a rischio il 30% dei prodotti agricoli. E nemmeno l’ondata prevista di freddo, neve e pioggia, che investirà l’Italia dal prossimo weekend, potrà allentare la morsa che attanaglia da mesi la nostra agricoltura. Tanto che lo stesso ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha allertato sui rischi per la produzione idroelettrica e sui possibili razionamenti, mentre si valuta la nomina di un commissario che abbia tutti i poteri sulla gestione dell’acqua.

Settore agricolo già sotto di 6 miliardi

Come spiega Cia-Agricoltori, il settore agricolo, già sotto di 6 miliardi di euro per la crisi idrica, si prepara a vivere una nuova estate di grande deficit, con crolli produttivi del 10% per gli ortaggi e, in alcune zone, fino al 30% per mais e riso. E che la situazione sia grave lo indicano già i numeri. Che non riguardano solo l’agricoltura. Per il Cnr, «una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti ad una siccità severa od estrema». Questo significa che «per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata. E’ la dimostrazione del clamoroso errore, che fa chi ritiene la siccità un problema prettamente agricolo, pur essendo il settore primario e la sovranità alimentare, i primi ad esserne minacciati», ha spiegato Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi). Una settimana fa, il Po si trovava già a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico al Ponte della Becca, in provincia di Pavia, come riportavano i dati raccolti dalla Coldiretti. In sofferenza anche tutti gli altri corsi d’acqua del Nord Italia e i grandi laghi: la percentuale di riempimento del lago di Como è ad appena del 20 per cento.

Le proposte di Cia

Tornando all’agricoltura, secondo i calcoli di Cia, le aree perse, dal 2012 a oggi, avrebbero garantito l’infiltrazione di 360 milioni di metri cubi di pioggia. Un toccasana per la preoccupante situazione attuale. Tra le proposte che l’associazione degli Agricoltori avanza in vista dell’incontro interministeriale convocato il primo marzo da Palazzo Chigi, ci sono la finalizzazione di un piano infrastrutturale di piccoli laghetti e invasi da affiancare alle azioni già previste con il Pnrr e per il riutilizzo a uso agricolo delle acque reflue depurate. Inoltre, serve avviare urgentemente la sperimentazione in pieno campo delle nuove tecniche di miglioramento genetico (New Breeding Techniques – NBT) e dare al Paese una legge nazionale contro il consumo di suolo. La siccità in Italia, prosegue Cia, è ormai strutturale, con il 45% di neve in meno sulle Alpi (rispetto al 2022) e invasi che riescono a trattenere non più dell’11% di acqua, quando servirebbe arrivare almeno al 30% per iniziare a ragionare, soprattutto al Nord.

A rischio le piantagioni di riso e mais

Dal Piemonte all’Emilia-Romagna, con il Po a secco, la crisi idrica potrebbero arrivare a togliere fino a 8 mila ettari di riso, visto l’abbandono già in atto, mentre le semine di mais, strategico per gli allevamenti, sono già scese al minimo storico nazionale di 564 mila ettari, oltre il 30% solo in Veneto, e registrano un calo di 21 milioni di tonnellate a livello Ue. «Sollecitavamo da tempo un’azione decisa da parte del Governo rispetto all’emergenza siccità e alla crisi idric.a – commenta il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Ora, accolte anche le nostre istanze, ci aspettiamo un approccio veloce, mirato e concreto, dai rappresentanti dei ministeri Ambiente, Infrastrutture, Agricoltura, Affari Europei, Coesione e Pnrr e il Dipartimento della Protezione civile che, a stretto giro, si troveranno a ragionare insieme per varare un piano di interventi nel breve e lungo periodo».

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