Giugno 11, 2023

Pichetto Fratin sui bonus edilizi: gli incentivi erano diventati una moneta parallela

l’audizione

di Alessia Conzonato23 feb 2023

Pichetto Fratin sui bonus edilizi: gli incentivi erano diventati una moneta parallela Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica

L’intervento urgente disposto dal decreto legge 16 febbraio 2023, numero 11, sulla cessione del credito dei bonus edilizi «è stato dettato dalla necessità di porre un argine al fenomeno della monetizzazione dei crediti fiscali che si è venuto a creare con la trasformazione degli incentivi fiscali in una sorta di moneta parallela — ha ribadito il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin —. Inoltre, è stato posto il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti derivanti dai bonus edilizi che, come evidenziato da Eurostat, avrebbero avuto un impatto diretto sul debito pubblico».

Il tavolo tecnico

Intanto, in commissione Finanze alla Camera l’esame del decreto sul superbonus con la relazione del relatore Andrea De Bertoldi (FdI). La prossima settimana sono in programma le audizioni, tra cui anche l’associazione degli esodati del Superbonus. Il termine per gli emendamenti rimane fissato a lunedì 6 marzo. Il governo, ricorda Fratin, ha ribadito più volte «il suo impegno a trovare tutte le soluzioni necessarie per sbloccare i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire, i cosiddetti crediti incagliati, al fine di tutelare le imprese e cittadini che hanno agito nel rispetto della normativa. Pertanto, è stato già istituito un tavolo tecnico permanente, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria interessate, al fine di individuare delle norme transitorie che garantiscano la corretta transizione dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale».

Le proposte di Confedilizia

Nell’ambito del decreto sulle recenti novità del Superbonus, in vista dell’iter parlamentare e del prossimo tavolo tecnico con il Mef, Confedilizia ha avanzato cinque proposte di modifica al provvedimento allo scopo di migliorare il meccanismo delle detrazioni. Per prima cosa, l’associazione chiede di far slittare al 30 aprile prossimo lo stop a sconti in fattura e cessioni del credito; inoltre, suggerisce di mantenere le due modalità per gli interventi di miglioramento sismico e per l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche ai proprietari di villette unifamiliari con reddito di riferimento inferiore ai 15 mila euro. Per loro c’è ancora la possibilità di utilizzare l’agevolazione al 90%, ma «per via del loro basso reddito, non potrebbero usufruire direttamente della detrazione», spiegano da Confedilizia. Dati i rallentamenti e il blocco dei cantieri a causa dei crediti incagliati e dell’impossibilità di reperire ditte e materie prime con tempistiche veloci, l’associazione chiede di dare la possibilità, a coloro che hanno avviato i lavori di poterli eseguire «entro un termine ragionevole che tenga conto di tali rallentamenti». La proroga proposta è «almeno al 30 giugno 2024» per i lavori che al 31 dicembre 2023 siano già stati effettuati per una determinata percentuale. Ultima richiesta consiste nel rendere il meccanismo delle detrazioni fruibile da più contribuenti possibile e non solo sull’Irpef. L’idea è di trasformare la detrazione in credito d’imposta per pagare anche l’Iva, le ritenute, l’Imu o la cedolare secca, con la possibilità di spalmare gli importi anche su più anni successivi. «Attualmente la detrazione in dichiarazione è ammessa nei limiti dell’imposta (Irpef o Ires) e non permette né l’emersione di una dichiarazione a credito, né il rimborso, né il riporto in avanti; in pratica l’ammontare che eccede è perduto», spiega Confedilizia che proprio per questo chiede il «riporto in avanti» dei ratei annui non utilizzati.

Focus sulle aree sismiche

Per quanto riguarda l’attenzione da riservare alle aree più esposte al rischio terremoto, la Sima (Società italiana di medicina ambientale) afferma che il 9% dei comuni italiani è ubicato in Zona sismica 1 (area al elevato rischio terremoti) con una popolazione potenzialmente coinvolta di 2,8 milioni di persone. I Comuni in Zona sismica 2 (rischio medio-alto) sono circa il 28% del totale. Complessivamente in Italia il 37% dei comuni può essere considerato a rischio, con 25 milioni di italiani (il 42% della popolazione) coinvolti. «L’Italia è uno dei paesi a più alto rischio sismico — spiega il presidente Sima, Alessandro Miani —. Per far fronte ai danni causati dai terremoti, lo Stato italiano ha speso negli ultimi anni circa 135 miliardi di euro per la ricostruzione, con una spesa per la collettività pari, in media, a quasi 5.200 euro a famiglia. Nonostante tale situazione, ad oggi solo il 5% delle abitazioni italiane gode di una protezione assicurativa contro terremoti e alluvioni (dati Ania)».

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