di Marco Galluzzo
La premier al leader di FI: dall’Italia solo armi da difesa. Ma il consigliere di Kiev attacca ancora
Ad Arcore si lamentano un po’, dicono che la telefonata è arrivata in ritardo, che l’attendevano prima. Ma alla fine quello che conta è che c’è stata. Giorgia Meloni ha chiamato Silvio Berlusconi dopo giorni di polemiche relative alle parole dell’ex premier sul conflitto in Ucraina. Lo ha chiamato e in qualche modo i due hanno stemperato il clima, la presidente del Consiglio ha raccontato impressioni e notizie che ha raccolto nel corso della sua visita a Kiev, Berlusconi alla fine ha ricevuto rassicurazioni sui prossimi passi del governo riguardo alle forniture di aiuti militari dirette alla resistenza guidata dal presidente Zelensky.
Prima della visita a Kiev del capo del governo Berlusconi aveva fatto notizia sposando per l’ennesima volta le tesi di Mosca sulla genesi del conflitto. Zelensky, in conferenza stampa con Meloni, aveva commentato in modo sferzante le dichiarazioni dell’ex premier, dicendo fra le altre cose che «a lui non hanno bombardato la casa». In ogni caso dentro la maggioranza continuano a confrontarsi tesi diverse sulla qualità dei nostri aiuti militari a Kiev, sui quali è ormai in gestazione la definizione di un settimo pacchetto di forniture.
Su questo punto Meloni avrebbe rassicurato Berlusconi che l’Italia continuerà ad inviare sistemi militari e armi difensive, tendendo dunque ad escludere che Roma possa fornire a Kiev dei caccia da combattimento, come stanno facendo invece altri Paesi della Ue. La tesi di Berlusconi è che il solo invio di armi a Kiev non è sufficiente per riportare la pace e che oltre un certo limite gli aiuti militari dell’Occidente potrebbero avvicinare e non allontanare un’escalation del conflitto.
Insomma la polemica al momento sembra chiusa, tanto che ieri pomeriggio non ha avuto alcuna coda in Consiglio dei ministri, si è parlato soltanto di questioni legate alla protezione e assistenza dei profughi. Nella maggioranza del resto l’eco delle parole di Berlusconi si sta gradualmente spegnendo. A ribadirlo è stato ieri anche Giulio Tremonti dopo aver incontrato l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, insieme a una delegazione di Fratelli d’Italia: «Quello che conta nei Parlamenti è il voto e il voto mi sembra che sia sempre stato costantemente uniforme e sulla linea giusta», ha sottolineato Tremonti, presidente della commissione Esteri della Camera.
Commentando l’ipotesi di una visita che sembra ravvicinata del Papa a Kiev, l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andriy Yurash, è intervenuto ancora sull’argomento dicendo che «le parole di Berlusconi possono essere accettate come una visione personale, la sua personale visione, ma senza alcuna relazione diretta con la posizione reale dell’Italia».
Meno distesa invece la dichiarazione arrivata dal consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak. Sempre a proposito delle posizioni espresse da Berlusconi: «Se non sei più attuale, è meglio non commentare poiché non riesci a capire neppure gli effetti che certe vicende possono avere sulla sicurezza dell’Italia. Se un Paese è aggredito, se una casa è aggredita, devi difenderli. Consiglio di smettere di pensare che la Russia sia un giocatore globale. Maria Zakharova (portavoce del ministero degli Esteri russo) deve finire sul banco degli imputati. L’Ucraina sta dimostrando che libertà non è una parola: per essa devi combattere».
24 febbraio 2023 (modifica il 24 febbraio 2023 | 08:18)
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