
«Se Stefano Bonaccini sarà eletto non potrà continuare a eludere la frattura che c’è nel partito sul lavoro. Dico di più: chiunque sia il segretario che uscirà dal voto di domenica, dovrà condurre il Pd a ridarsi una politica del lavoro, che da cinque anni a questa parte è mancata del tutto». Pietro Ichino, giuslavorista dell’Università Statale di Milano, tra i fondatori del Pd e padre del Jobs act, guarda alla prossima segreteria come l’ultima occasione per la rinascita del partito. A patto di sanare alcune fratture e infrangere alcuni tabù duri a morire: dal tema dei licenziamenti, ai salari adeguati alle differenze di costo della vita, al merito nella scuola.
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