Maggio 28, 2023

Pandemia e disamore per la politica fanno danni “Salviamo la Casa del Popolo di Fibbiana”

Pandemia e disamore per la politica fanno danni “Salviamo la Casa del Popolo di Fibbiana”

MONTELUPO FIORENTINO

Passare in Borgo dei Guerri e vederla chiusa è una ferita viva, non ci si abitua mai. La casa del popolo di Fibbiana era un’istituzione. Lo è stata, come presidio sociale e punto di riferimento di una comunità intera – quella montelupina- almeno fino al 2019. Poi il buio. La crisi delle case del popolo è ormai nota, ma per quella intitolata ad Erasmo Frizzi, le cose potrebbero cambiare. Sta per aprirsi infatti una nuova opportunità: a marzo l’attuale gestione lascerà. Il presidente lancia un appello per trovare una famiglia o un gruppo di persone che possa rilanciarla. Nata più di 60 anni fa e fortemente radicata nel territorio, la casa del popolo fibbianese a dicembre spegnerà le sue prime 70 candeline.

“Il desiderio più grande? Vederla rinascere. E’ la casa del popolo più vecchia di Montelupo – spiega il presidente in carica, Marco Casalini –. Una delle tre ad essere sopravvissuta sul territorio (hanno chiuso nel frattempo Pulica, Samminiatello e la Torre, ndr) – L’obiettivo che abbiamo è ambizioso: ricreare un luogo che abbia uno scopo sociale, anche se l’idea di circolo che aggrega giovani e anziani per parlare di politica non esiste più. DI forza politica ad oggi ce n’è poca. Ma ci crediamo. Sogniamo una casa del popolo inclusiva, accogliente, per tutti. Non ci rassegniamo all’idea di estinguerci, serve un cambio di passo e la nuova gestione è il seme che serve per far rifiorire un’attività di riferimento per tutta la comunità”.

Fibbiana conta circa 3700 abitanti ma è in continua espansione (anche in previsione della realizzazione del nuovo ponte). Dal Covid in poi si è sfaldato il gruppo storico che da 20 anni gestiva le attività giovanili legate alla casa del popolo. La cooperativa Pegaso – che fino al 2021 impiegava ragazzi svantaggiati al bar e al ristorante – ha seguito la recente ristrutturazione per poi mollare la presa. A giugno del 2019, infatti, dopo un’importante opera di restyling dei locali – costata 350mila euro – bar e ristorante hanno riaperto i battenti. Sei mesi di lavoro e poi il buio. Dopo due anni è cominciato un altro capitolo: era il luglio del 2022 quando, dopo lo stop causato dalla pandemia, si tornava a fare caffè. Chiusa per i mancati incassi dovuti all’emergenza sanitaria, la struttura non è mai riuscita a ripartire a pieno a regime. Fino ad oggi, con una fruizione limitata al weekend e zero progetti in ponte.

“Sono tanti i fattori che hanno contribuito alla crisi: una politica sempre meno partecipata, poi la morte dell’ultimo socio fondatore – ricorda Daniele Bertelli, ex presidente della casa del popolo e socio dell’associazione civile – Sta di fatto che l’ambiente è nuovo e unico nel suo genere. Tutto su un piano, completamente accessibile e privo di barriere architettoniche, dotato di un nuovo impianto elettrico, audio e video per conferenze. Tra esterno ed interno si parla di 2mila metri quadri, cucina, bagni, una sala con 500 coperti, un locale da affittare per feste di compleanno, pannelli fonoassorbenti, una palestra. Ci piacerebbe restituirla ai fibbianesi, riportare gente del posto. Le frequentazioni sono calate, è difficile rimanere a galla, i ragazzi si sono spostati altrove”. Ma dal prossimo mese qualcuno potrebbe scrivere una storia nuova. O almeno provarci. Ylenia Cecchetti

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