lavoro
di Redazione Economia21 feb 2023
Boom di certificati di malattia. Nel secondo semestre dell’anno 2022 l’Inps ne ha ricevuti 16,4 milioni per oltre i tre quarti (77,9%) dal settore privato. Lo rileva l’Istituto nazionale della previdenza sociale nell’Osservatorio sulla malattia sottolineando che si registra un aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 del 29,9% (+30,4% nel privato, +28,4% nel pubblico). Nel complesso i giorni di malattia chiesti con i certificati sono stati oltre 78,6 milioni. Per i giorni di malattia l’incremento tendenziale si concentra nel terzo trimestre (+33,3% nel privato, +37,9% nel pubblico) mentre nel quarto l’aumento è dell’1% per il privato e del 7,4% per il pubblico.
Le giornate di malattia
Mediamente le giornate di malattia per certificato sono state 4,4 nel settore privato (contro le 5,4 del quarto trimestre 2021) e 4,2 nel settore pubblico (contro le 4,7 del 2021). Le giornate medie di malattia per ciascun lavoratore con almeno un giorno di malattia passano da 10 nel terzo trimestre 2021 a 9,5 nel terzo trimestre 2022 per il settore privato e da 10,7 a 10,1 per il settore pubblico. Per quanto riguarda invece il quarto trimestre, le giornate totali di malattia nel 2022 sono state circa 32,3 milioni nel settore privato e 10,2 milioni nel pubblico, con un incremento rispettivamente del 1% e del 7,4% rispetto all’analogo valore del 2021.
L’incremento riguarda soprattutto le donne
Analizzando i dati più nel dettaglio, si nota che l’incremento dei certificati nel 2022 rispetto al 2021 nel terzo trimestre è maggiore al Sud (+47,8%), seguito dal centro (+45,8%); mentre la percentuale minore si registra al Nord (+37%). La distinzione per genere vede prevalere le donne (+47,5%) rispetto agli uomini (+36,4%). In merito alla classe di età la percentuale più elevata è quella dei lavoratori ultracinquantenni (+48,2%), mentre più attenuata è la distanza tra la fascia di età 0-49 (+38,6%) e fino a 29 anni (+33,3%). Per quanto riguarda il quarto trimestre, l’incremento è uniformemente distribuito da un punto di vista geografico, con maggiore equilibrio tra Nord (+24,8%) e Centro (+25%) rispetto al Sud (+17,2%). La distinzione di genere registra un maggior incremento relativo alle donne (+24,1%) rispetto agli uomini (+21,9%); mentre per le fasce di età prevale l’incremento degli ultracinquantenni. Ad essere maggiormente sottoposti al controllo fiscale sono stati i lavoratori fino a 29 anni (+5,9%) con prevalenza del settore pubblico. Mentre, per le altre classi d’età, si è registrata una diminuzione che si attesta all’11%.
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