Maggio 28, 2023

Pd, Schlein cambia passo in salsa radical per sottrarsi all’abbraccio di Bonaccini

ROMA. «Se toccherà a me chiederò una mano agli altri candidati, siamo parte di una grande famiglia», dice ad ogni occasione (anche oggi a Bologna) Stefano Bonaccini. «Basta Elly, devi sottrarti a questo abbraccio mortale», suggeriscono – con veemenza – i compagni della sinistra Pd alla candidata Schlein. Perché il favorito sulla carta, Bonaccini, dicendo sempre più spesso che si farà «dare una mano» dai suoi concorrenti Schlein, Cuperlo e De Micheli, accredita l’immagine di sicuro vincente.

La sua ecumenica dichiarazione d’intenti viene appositamente ripetuta in “heavy rotation”, come dicono gli anglosassoni, tanto da far evocare a qualcuno perfino l’ipotesi che Schlein sia in predicato per assumere la carica di vicesegretaria, in una sorta di ticket con Bonaccini: «Uno scenario che rimanda un’immagine negativa per lei, chi lotta per arrivare primo non può dare l’idea di essersi già rassegnato a fare il secondo», notano gli strateghi della sinistra che si muovono sull’asse Boccia-Orlando-Provenzano, i tre pezzi grossi della galassia dem in suo sostegno. I quali in questa fase fanno da sparring partners alla candidata che più degli altri dovrebbe provare a sparigliare le carte: a dare il senso di una novità, di uno scarto generazionale e di un diverso approccio alla realtà odierna sociale e politica.

Per questo, lo sforzo di differenziarsi e quello di darsi un profilo distinto il più possibile dal suo antagonista Bonaccini, hanno portato Schlein a menare fendenti sul jobs act di Renzi, colpito per bocca del suo mentore economico, l’ex viceministrio Antonio Misiani: «Se l’obiettivo del jovbs act era far diventare prevalente il contratto stabile, in realtà è successo il contrario, il mercato si è vieppiù precarizzato». Cui fa eco Andrea Orlando, ricordando che «la Corte costituzionale è intervenuta più volte per esortare il legislatore a correggere il Jobs Act e il Pd in campagna elettorale ne ha chiesto il superamento».

Lavoro, diritti, partito: ecco i tre fronti su cui la Schlein prova a dipingersi un’immagine riconoscibile. Rilancia infatti la palla sulla legalizzazione delle droghe leggere, vellicando la sensibilità di grosse fette di elettorato, giovane o meno, di sinistra. Propone una tassa di successione progressiva, più alta per i ricchi insomma. Parola d’ordine, volare a chilometri di distanza da Bonaccini, in ogni maniera possibile. Dunque, ben vengano colpi netti che fissino nella mente degli elettori un profilo molto di sinistra della Schlein.

«Decisamente a favore, #MeglioLegale», è la posizione di Elly Schlein sulla legalizzazione della cannabis, mentre sulla tassa di successione, la candidata alla segreteria dem chiede che sia «resa più progressiva»: promuovendo la proposta del Forum Diseguaglianze e Diversità, che prevede anche una redistribuzione dei proventi con una dote ai 18enni. Anche il porre l’accento sui referendum tra gli iscritti del Pd per dirimere le questioni più spinose va nel segno di una concorrenza con Bonaccini: ma sul suo terreno, quello dove il governatore emiliano potrebbe avere più presa, ovvero gli apparati e i militanti del partito. «È necessario consultare la base con strumenti di partecipazione democratica come i referendum già previsti dello Statuto e mai attuati», dice Schlein.

, 2023-01-24 19:20:00, Pd, Schlein cambia passo in salsa radical per sottrarsi all’abbraccio di Bonaccini  La Stampa,

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