TRASPORTI
di Leonard Berberi18 gen 2023
Lufthansa (ri)prova a prendersi Ita Airways e a mettere le mani in un mercato da oltre 18 miliardi di euro all’anno. Dodici mesi dopo la prima mossa ufficiale — quando nel frattempo diversi soggetti si sono ritirati o non sono stati giudicati idonei — si torna a guardare al colosso europeo per il futuro del vettore tricolore. Un vettore che ha più che dimezzato il suo valore.
La conferma
Lufthansa ha inviato una lettera d’intenti al Tesoro per «acquisire una partecipazione di una quota di minoranza di Ita», conferma l’azienda tedesca in una nota, «poi saranno concordate opzioni per il successivo acquisto delle azioni rimanenti». Il comunicato non fornisce dettagli, ma Francoforte punta al 40% di Ita, attraverso un aumento di capitale riservato da 250-300 milioni di euro, per salire in un secondo momento al 100%. Il prezzo, spiegano fonti governative al Corriere, non è definitivo: conterà il valore di Ita il giorno in cui si firmerà l’accordo finale e scatterà il price adjustement.
Il decreto
Lufthansa resta l’unica opzione per la privatizzazione. Mercoledì mattina, 18 gennaio, Air France-Klm ha avvisato il governo italiano che non avrebbe inviato alcuna proposta, ricordando che il ruolo nella cordata con il fondo Usa Certares era limitato alla collaborazione commerciale. «Non sono arrivate altre offerte (oltre a quella di Lufthansa, ndr) alla scadenza dei termini prevista per le 18», dice il Mef, aggiungendo che «si riserva di esaminare la congruità dell’offerta nel rispetto dei requisiti previsti dal dpcm» come lo sviluppo degli hub principali (Fiumicino, Linate e Malpensa), l’aumento della connettività intercontinentale e nei mercati strategici.
Le prossime tappe
«Qualora entrambe le parti decidano di firmare il memorandum d’intesa, ulteriori negoziati saranno condotti su base esclusiva», ricorda Lufthansa. «Gli approfondimenti andranno a concentrarsi principalmente sulle forme e modalità del possibile investimento azionario, sull’integrazione commerciale e operativa di Ita nel gruppo e sulle sinergie che ne deriveranno». Sia dal governo italiano sia dal quartier generale tedesco sottolineano che il percorso è ancora lungo e non privo di ostacoli.
Il gruppo di vettori
«L’Italia rappresenta il mercato più importante al di fuori di quelli domestici e degli Usa», sostiene Lufthansa. «La volontà di integrare Ita all’interno del gruppo — oltre al vettore tedesco ci sono Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Eurowings e Air Dolomiti — risiede nel forte interscambio dell’Italia a livello globale, tramite viaggi d’affari e privati, nella sua forte economia orientata all’esportazione e nel suo essere uno dei luoghi turisticamente più attrattivi in Europa».
I bilanci
Quando (e se) i tedeschi arriveranno al comando di Ita si ritroveranno diversi temi da affrontare in un mercato dominato dalle low cost e con un’azienda che nel 2022 ha registrato un Ebitda negativo per 466 milioni di euro. Nei colloqui con Roma Lufthansa ha fatto capire di poter riportare Ita al pareggio operativo e poi alla profittabilità grazie all’integrazione in un gruppo che ha chiuso il 2022 con 1,5 miliardi di Ebit rettificato. Lufthansa dovrà anche traghettare Ita dall’alleanza SkyTeam (dove è adesso assieme a Delta e Air France) a Star Alliance.
Gli esperti
«Riuscirà Lufthansa a fare l’impossibile, cioè a risanare un’aviolinea in difficoltà da 75 anni?», si chiedono gli analisti di Bernstein considerando Ita una sorta di continuazione di Alitalia. Mentre Neil Glynn, managing director di «Air Control Tower», spiega al Corriere che l’ingresso in Ita avrebbe ricadute positive sulla clientela intercontinentale del gruppo tedesco. «L’aggiunta del vettore italiano alle joint venture di Lufthansa, in particolare quella transatlantica (con United Airlines e Air Canada) rafforzerebbe il suo mercato, data l’attrattività dell’Italia come destinazione turistica».
Un anno dopo
Lufthansa punta a espandere Ita pure in Sud America, Africa e Asia, aggiungendo Roma Fiumicino al portafoglio di hub di primo livello del gruppo che comprende Francoforte, Monaco, Zurigo e Vienna. Ma proprio perché non c’è tempo da perdere a l’aviolinea italiana va ristrutturata il prima possibile i tedeschi vorrebbero assumere subito la guida operativa della società per farle sfruttare le sinergie sul lato dei costi e dei ricavi. Una fattispecie che, a dire il vero, prevede lo stesso dpcm. I principali sindacati italiani, che da tempo «tifano» per i tedeschi, chiedono al governo di agire «a tappe forzate» e siglare presto l’intesa. Un anno dopo si è tornati alla casella iniziale: Lufthansa.
lberberi@corriere.it
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, 2023-01-19 06:25:00, Per il futuro della compagnia aerea tricolore si sono fatti avanti solo i tedeschi. Il prezzo finale dipenderà dal valore dell’azienda al momento della firma dell’accordo. Ecco i punti, Leonard Berberi