Maggio 28, 2023

Il sottopasso sommerso da politica e rifiuti

Un buco nero, abbandonato al degrado, a due passi dal porto. Non fa certo onore al centro turistico di Riccione il sottopassaggio di viale Bellini. Ultimato da anni, ma inspiegabilmente ancora transennato, è diventato una latrina e una pattumiera a cielo aperto. Ai lati del tunnel, ma anche nel mezzo della strada, si trova di tutto, dai frammenti di bottiglie di vetro alle lattine di bibite schiacciate, dai bicchieri e altri rifiuti di plastica a fazzoletti di carta, pezzi di cartone e altra immondizia che il tempo ha reso irriconoscibile. Tutti questi rifiuti, mescolati a foglie secche ed erbacce nate spontaneamente, ricoprono per alcuni metri le grate dello scolo che fiancheggia il sottopasso. In caso di forti piogge, l’allargamento è certo. Lo squallido quadro è completato dai blocchi di travertino tutti spezzati e fuori squadro, sono quelli che sul lato Rimini poggiano sul muretto di contenimento, sotto la ringhiera che delimita l’area col confinante condominio. Sul lato opposto le cassette della luce sono finite nel mirino dei vandali che le hanno deturpate con delle scritte fatte con lo spray.

Poi i muri sudici come il corrimano della ringhiera sul lato sud. Vengono i brividi a pensare che si tratta di un’opera nuova, costata 850mila euro e non ancora inaugurata. Realizzata da Agenzia Mobilità nel 2016 non è mai stata messa in funzione. Per ragioni più politiche che pratiche. Fatto sta che non si spiega per quale ragione un sottopassaggio che alleggerirebbe la circolazione dell’intera zona sia ancora inaccessibile a distanza di anni. Bisognerebbe chiederlo alla vecchia giunta. Misteri della politica, appunto.

Ma anche con il cambio di governo cittadino non si è mosso nulla. A distanza di sei mesi dell’insediamento della sindaca Angelini, il sottopasso della vergogna è ancora lì, un monumento allo spreco di denaro pubblico o, peggio ancora, della faziosità applicata anche alle opere pubbliche. Sette anni fa il sottopasso era stato reclamato perché da tempo era previsto tra le opere necessarie a ottimizzare i flussi veicolari mare-monte. L’intervento, sostenevano gli amministratori, avrebbe dato alla città “la possibilità di godere di un ulteriore canale di comunicazione a beneficio anche della permeabilità monte-mare, deformata radicalmente dal Trc”. Ultimato il sottopasso, che avrebbe dovuto snellire il traffico anche in via Parini, nel 2019 l’amministrazione ha valutato la possibilità di convertire la strada da carrabile a ciclopedonale, trasformazione che ha fatto infuriare il Pd, perché se così fosse stato scelto di fare all’inizio, l’opera sarebbe costata poco più di .300 mila euro. Da qui l’accusa di danno erariale per 500mila euro. A chi è ora governo della città il compito di dipanare la matassa. Nives Concolino

, 2023-01-19 05:45:00, Il sottopasso sommerso da politica e rifiuti  il Resto del Carlino,

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