l’ex primo cittadino
Mezzogiorno, 17 gennaio 2023 – 09:25
L’ex pm: «Prima ancora ci sono le Europee e le Regionali. Non escludo nulla, poi conosco la città meglio di Manfredi»
di Paolo Cuozzo

Da più di un anno la giornata la trascorre in giro per l’Italia, tra interviste tv, partecipazioni a talk e incontri politici. Un’attività intensa che Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli, non ha mai interrotto, nemmeno per un minuto, da quando ha lasciato Palazzo San Giacomo. Anzi, ora che non ha un ruolo istituzionale, è molto più presente su giornali, tv e social. L’ex sindaco arancione ha provato l’approdo in Parlamento con Unione popolare, lo scorso settembre, ma non ce l’ha fatta: colpa — disse — dei tempi stretti per il voto anticipato, e per una Sinistra che si è collocata altrove. Nonostante ciò, ha continuato quotidianamente a fare «opposizione ferrea» al sindaco in carica, Gaetano Manfredi, ma non con il piglio di chi ha terminato il suo mandato naturalmente ed un altro candidato gli è succeduto. No. De Magistris attacca Manfredi con la stessa veemenza di chi sembra cercare una rivincita. A testa bassa. Ogni giorno. Di recente lo ha anche sfidato ad un faccia a faccia in tv. Perché secondo molti dei suoi ex amici e alleati vorrebbe riprovarci, sfidando l’ex rettore nell’autunno del 2026 alle prossime Comunali. E a sentirlo, pare sia così: «Candidato nuovamente? Adesso il tema non si pone, manca tanto tempo. Ma certo, in politica mai dire mai», dice de Magistris.
«Conosco meglio la città»
Parole che non occorre neppure interpretare. Tanto più se aggiunge: «A me la storia del terzo mandato non è mai piaciuta, se avessi potuto mi sarei ricandidato a sindaco per la terza volta, subito, in continuità». Poi puntualizza: «Prima delle Comunali ci saranno comunque le Europee e le Regionali, mica posso escludere nulla? Di sicuro, conosco Napoli meglio di Manfredi che in città, con tutto il dovuto rispetto per lui e per il ruolo istituzionale che ricopre, proprio non si vede, la sua presenza non si avverte». Frasi che avvalorano le ricostruzioni di molti ex suoi alleati. «Del resto — spiega un ex esponente di Dema che ha provato a essere eletto con Manfredi nel 2021 senza riuscirci — nel 2026 Luigi (de Magistris, n.d.r. ) sarà ancora giovane e il suo approdo naturale non può che essere Napoli, visto che qui è stato eletto e rieletto sindaco e facendo il sindaco nei suoi anni migliori». Ma non solo. A sentire de Magistris si capisce anche come stia ragionando sul «modello» da portare avanti: «Escludo che nel 2026 possa esserci un’esperienza come quella del 2011 — rimarca il predecessore di Manfredi —. Quella, assolutamente rivoluzionaria, è irripetibile. Invece 0ggi serve portare avanti una soluzione diversa, più politica e democratica. Anche se da qui al 2026 le variabili da tenere sotto controllo sono tante: c’è la destra al Governo, c’è un Pd in frantumi».
I rapporti con M5s
Annuncia «per quest’anno un’attività su Napoli costante, incessante, per fare quello che l’opposizione al Comune fa in maniera blanda, per usare un eufemismo. Anche se poi quando si amministra, e ora si viene anche remunerati meglio, poi si va avanti. Ma mi creda, gli scontenti sono tantissimi e lo so bene». Del resto, rimarca de Magistris, «questo tempo mi è stato utile anche per tornare a dialogare con alcune aree dalle quali ci eravamo allontanati. Passata la campagna elettorale, che io non ho fatto a Napoli, però, e sbollite certe tensioni che naturalmente ci sono in quei momenti, oggi le cose si sono stabilizzate». L’ex magistrato dell’inchiesta Why not fa un esempio: «Con l’area fichiana dei Cinquestelle, che prima governava con me, ho sempre avuto un dialogo corretto. E questo tempo trascorso dalla fine del mio mandato mi è servito per tornare a discutere anche con altre aree dalle quali ci eravamo allontanati».
I rapporti con la Clemente
Rapporti interrotti, invece, con la ex candidata a sindaco di de Magistris che sfidò Manfredi, Alessandra Clemente. Molti, poi, sono i contatti con porzioni della maggioranza: molti eletti (e non) sono stati infatti a lungo alleati o amministratori di de Magistris. Stesso ragionamento in Città metropolitana e nelle Partecipate, dove molti degli uomini che un tempo affiancavano l’ex sindaco sono oggi stabilmente al potere. Sarà forse per questo che il fondatore di Dema accarezzerebbe il progetto di puntare (nuovamente) su Napoli. Gli «indizi» sono tanti: «Chi per dieci anni e mezzo ha governato Napoli ha il dovere di dire la propria sulla città. C’è un’opposizione che definire flebile è un eufemismo, ma Napoli non è e non può essere la città del pensiero unico». Ed ancora: «Da quest’anno la mia azione politica in città sarà costante, sarò molto attivo su alcuni temi: cultura, trasporti, rifiuti. Vediamo se chi c’è ora farà meglio di me. Del resto Napoli la conosco meglio di Manfredi, su questo ci sono pochi dubbi. Lui non si vede, non parla al popolo, non ha rapporti con intere fette di città. E non va bene. Perché ha vinto con un risultato importante, ha avuto aiuti dal governo e ha i soldi in cassa, ha il dovere di governare parlando con tutti, perché da quasi tutti è stato votato. Invece tace. Nemmeno allo scoccare dei suoi primi cento giorni di mandato, come hanno fatto tutti i sindaci nella storia, ha sentito il dovere di dire che cosa vuole fare e cosa ha fatto dopo un anno di mandato». E dire che in politica, solo un mese, può essere un tempo enorme. Basti pensare che solo sei mesi fa c’era un altro Governo; e due anni fa un altro ancora e nel 2018 ancora un altro e così via. A Napoli, invece, sembra davvero che sia cominciata una campagna elettorale lunga un migliaio di giorni. Davvero troppi.
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17 gennaio 2023 | 09:25
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