di Marco Imarisio
L’ex magistrato che guid la Procura di Palermo: Quella rete di relazioni con pezzi del mondo legale, politica, istituzioni, societ civile, la spina del potere mafioso e la pi difficile da contrastare
Adesso si dice che un colpo mortale alla mafia. Lei, dottor Caselli, d’accordo?
Non dico domani, ma dopodomani, il rischio di rilassarci esiste. Purtroppo, una caratteristica ricorrente della nostra antimafia una risposta spesso altalenante e ondivaga. Abbiamo una antimafia stop and go….
A Palermo negli anni pi difficili, a Palermo per sempre. Ancora oggi, alla sua bella et, l’ex procuratore Giancarlo Caselli un simbolo. Della lotta ai boss, ma anche alla zona grigia, ai legami con la politica, una pratica che ogni tanto gli ha attirato critiche e inimicizie. Ci svegliamo davanti a delitti orrendi o arresti clamorosi come quello di oggi, e allora se ne parla, si presta attenzione. Ma poi subentra subito l’indifferenza, il disinteresse, che anticamera della sottovalutazione. Una specie di marcia del gambero, deleteria per il contrasto di una organizzazione che invece strutturata nei secoli.
Cosa rappresenta la cattura di Matteo Messina Denaro?
Un regalo immenso alla nostra democrazia. Cos diminuisce la presa della mafia sulla politica e sull’economia. Anche se non ci sembra, da oggi siamo pi liberi. Un enorme grazie ai carabinieri del Ros di Palermo e ai suoi magistrati.
Come sono possibili trent’anni di latitanza?
E la persistenza di Cosa Nostra e delle mafie in generale da oltre due secoli, come si spiega? Stiamo parlando di un fenomeno strutturato, non certo di una congrega emergenziale che spunta all’improvviso come un fungo. Perci va colpita in ogni modo ed importante catturare i suoi esponenti di rilievo.
Lei sembra dire che per non basta.
Non voglio fare la Cassandra in un giorno di festa. Ma la risposta alla sua domanda precedente legata all’esistenza di quella zona grigia fatta di relazioni esterne con pezzi del mondo legale, politica, amministrazione, istituzioni, societ civile, che rappresenta la spina dorsale del potere mafioso. E spesso assicura ai suoi boss complicit e lunghe latitanze.
anche il caso di Messina Denaro?
Io sono ormai un vecchio signore in pensione, quindi non sta a me dirlo. Quand’ero a Palermo ho visto da vicino l’enorme lavoro fatto dal pm Teresa Principato, alla quale avevo affidato la cattura di Messina Denaro. Con la collaborazione delle forze dell’ordine, con enorme tenacia e caparbiet, realizzarono un’operazione dopo l’altra di costante svuotamento dell’acqua. Furono vicini a prenderlo.
Cosa manc allora?
La zona grigia non la spiegazione di tutto, ma una componente fondamentale della secolare persistenza mafiosa, la pi difficile da contrastare. Mi piace pensare che ci sia stata una ideale staffetta tra coloro che oggi hanno realizzato l’arresto, e tutti quelli che li hanno preceduti e hanno provato ad asciugare queste pozze di connivenza.
davvero l’ultimo boss?
Messina Denaro uno dei capi pi potenti e pericolosi di Cosa Nostra, che ha saputo cambiare registro negli anni, adattandosi a una nuova realt. Dopo l’arresto di Tot Riina, insieme a Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca fu il protagonista della stagione degli attentati. Non certo l’ultimo boss, ma l’ultimo degli stragisti. Il suo arresto importante soprattutto per i familiari delle vittime degli attentati del 1993, che aspettano ancora verit e giustizia. un segno di speranza.
Era da molto tempo che non si parlava pi di mafia.
Questo un punto nevralgico. Nessuna polemica, ci mancherebbe. Ma da qualche anno la politica non dedica pi attenzione alla criminalit organizzata. Non in agenda. Una priorit solo a parole. A mio avviso si tratta di una disattenzione pericolosa, che alimenta la zona grigia.
Torniamo alla domanda iniziale: esiste il rischio di considerare la mafia ormai sconfitta?
Assolutamente s. Bisogna stare attenti. Non perch manca la primula rossa, il nome famoso da catturare, che la mafia finisce oggi. La strada ancora lunga. Dobbiamo perseverare.
16 gennaio 2023 (modifica il 16 gennaio 2023 | 22:31)
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, 2023-01-16 21:34:00, L’ex magistrato che guidò la Procura di Palermo: «Quella rete di relazioni con pezzi del mondo legale, politica, istituzioni, società civile, è la spina del potere mafioso e la più difficile da contrastare», Photo Credit: , Marco Imarisio