la ricerca
di Valeria Sforzini16 gen 2023
Al primo posto c’è l’inflazione. Subito dopo viene la scarsità di personale qualificato, la cosiddetta “talent scarcity”. Seguono le minacce alla salute pubblica e al quarto posto c’è il cambiamento climatico. Sono più di dieci le grandi questioni, i motivi di incertezza che i Ceo – chief executive officier -, amministratori delegati, da 128 diversi Paesi del mondo si trovano ad affrontare oggi. È quello che emerge dal 12° “United Nations Global Compact-Accenture CEO Study”, il più grande studio mai condotto dal Global Compact delle Nazioni Unite e Accenture sui Ceo e le loro sfide.
L’ambiente al centro
La stragrande maggioranza – il 93 per cento – sta incontrando 10 o più difficoltà simultanee nella gestione del proprio business e, secondo l’87 per cento, le discontinuità in atto limiteranno il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). Sebbene i Ceo siano sempre più preoccupati da questo contesto, la quasi totalità (98 per cento) concorda sul fatto che la sostenibilità è cruciale nel loro ruolo e responsabilità, una convinzione cresciuta del 15% negli ultimi 10 anni.
La ricerca
La ricerca si basa su informazioni raccolte da più di 2.600 Ceo di 128 paesi, 18 settori industriali, approfondite in oltre 130 interviste: si tratta del più grande campione mai preso in esame, a livello globale, dall’inizio del programma nel 2007. Se a essere altamente impattati da prezzi in aumento e costi dell’energia sono il 58 per cento degli ad, il 33 per cento è messo in grande difficoltà dal cambiamento climatico, mentre il 36 per cento è moderatamente impattato.
Sostenibilità e impatto
La sostenibilità entra a gamba tesa nelle aziende: tra i primi diciassette motivi di preoccupazione per i Ceo, oltre al riscaldamento globale, troviamo l’inquinamento di acqua, aria e terra, che per il 23 per cento dei Ceo ha un forte impatto sull’azienda . Ma c’è anche la perdita di biodiversità, che tocca in modo importante il 17 per cento delle imprese e in maniera moderata il 31 per cento. Il problema è anche il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite: con soli otto anni a disposizione per raggiungere gli UN SDGs, quasi la metà (43%) dei Ceo a livello mondiale afferma come i propri sforzi verso la sostenibilità siano stati ostacolati dalla congiuntura geopolitica, con una ancora più alta percentuale tra i manager dei paesi in via di sviluppo (51%). Nell’esaminare gli obiettivi “net zero” fissati dalle più grandi aziende del mondo, Accenture ha inoltre osservato che se le organizzazioni non raddoppieranno il tasso di riduzione delle emissioni di carbonio già entro il 2030, il raggiungimento dei suddetti obiettivi risulterà critico.
Crescita
Ma c’è chi, malgrado le difficoltà,sta avendo successo. La ragione starebbe nella capacità di fare squadra e nella tecnologia. La maggioranza degli amministratori delegati (66%) afferma che le loro aziende sono impegnate in partnership strategiche a lungo termine per favorire la resilienza nelle organizzazioni. Questi leader stanno riconfigurando le catene di fornitura, riqualificando la forza lavoro, rivalutando il rapporto con le risorse naturali e reinventando i limiti del pianeta, attraverso innovazioni tecnologiche che abbraccino soluzioni di tipo fisico, digitale e biologico. I Ceo identificano chiaramente un forte bisogno di concentrarsi sulla tecnologia per trovare soluzioni che affrontino le sfide globali e favoriscano lo sviluppo.
Greentech
La tecnologia va invece di pari passo con il “green”: molti ad stanno già integrando la sostenibilità nelle loro aziende, investendo in nuovi prodotti e servizi sostenibili (63%), migliorando la raccolta dei dati sulla sostenibilità lungo le catene del valore (55%) e investendo in fonti di energia rinnovabili (49%). Quasi la metà (49%) sta evolvendo verso modelli di business circolari e il 40% sta incrementando gli investimenti in ricerca e sviluppo focalizzati sull’innovazione sostenibile. «Non riuscire a mantenere la promessa rappresentata dagli SDGs è una reale preoccupazione ma, allo stesso tempo, un’enorme opportunità per le aziende che sappiano reinventare il proprio modo di fare impresa e promuovere la sostenibilità come una delle forze chiave per il cambiamento nel prossimo decennio – ha detto Peter Lacy, Global Sustainability Services Lead e Chief Responsibility Officer di Accenture – I CEO sono chiaramente preoccupati circa la capacità di resilienza, ma è altrettanto importante osservare come la solidità di un leader rappresenti allo stesso tempo un’occasione di crescita. Nuove ondate di investimenti tecnologici e innovazioni rivoluzionarie possono rendere gli SDGs nuovamente raggiungibili, ma esclusivamente se le aziende faranno leva sulla sostenibilità per creare nuovi mercati, prodotti e servizi capaci di correggere la traiettoria attuale e favorire lo sviluppo in tempi di grande cambiamento».
Questione di resilienza
«In un mondo caratterizzato da conflitti, crisi energetiche, aumento dell’inflazione e minacce di recessione, lo studio di quest’anno afferma come i Ceo non credano che il mondo sia sufficientemente resiliente alle crisi come ci si aspettava – ha detto Sanda Ojiambo, Vicesegretario Generale, Ceo e Direttore Esecutivo del Global Compact delle Nazioni Unite – Il sistema delle aziende continua infatti a subire l’impatto di molteplici shock. Di conseguenza, su un’ampia gamma di questioni, dal cambiamento climatico in aumento, alle crescenti disuguaglianze sociali ed economiche, l’azione delle imprese in questo momento non è all’altezza dell’ambizione e del ritmo necessari a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite entro il 2030».
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, 2023-01-16 12:10:00, Gli amministratori delegati stanno affrontando un contesto globale molto complesso: la stragrande maggioranza (93%) sta incontrando 10 o più difficoltà simultanee nella gestione del business. Secondo l’87% questo limiterà il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, Valeria Sforzini