Ottobre 2, 2023

Hotspot per i migranti in Fvg, la politica si divide | Il Friuli

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Dopo la visita del Ministro Piantedosi, la Regione è al lavoro per individuare una struttura che potrebbe accogliere 200 persone

Hotspot per i migranti in Fvg, la politica si divide

16 gennaio 2023

Un hotspot dove accogliere i migranti che arrivano dalla rotta balcanica per qualche giorno, per poi spostarli fuori regione. Questo l’obiettivo della Giunta regionale in accordo con il Governo.

Si pensa a una struttura da circa 200 posti, collocata a Trieste o a Gorizia. Il Governo, dopo la visita sabato del ministro dell’interno Matteo Piantedosi e per il tramite della Prefettura, sta lavorando con la Regione per individuarla; potrebbe trattarsi di un’ex caserma.

“Si pensa a un centro sul modello di Lampedusa – precisa l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti – dove le persone non rimangono a lungo, ma sono semplicemente inserite nel sistema attraverso foto-segnalamento, prima di essere trasferite fuori regione. La maggior parte dei migranti, infatti, non si vuole fermare in Fvg, ma vorrebbe proseguire almeno fino alla Germania o alla Francia, quindi è evidente che qui non serve un sistema di accoglienza diffusa”.

Un’ipotesi, quella di un hotspot, che non piace alle Opposizioni.

“La proposta del Presidente Fedriga e del sindaco di Trieste Dipiazza di creare un hotspot per migranti è la certificazione del fallimento della politica della destra sul tema dei migranti”, afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, candidato per il centrosinistra alle Regionali.

“I cinque anni di governo regionale a guida del centrodestra sono serviti solo a smantellare il sistema di accoglienza diffusa. Invece di cambiare e migliorare il sistema esistente, adeguandolo ai flussi odierni così da consentire una risposta territoriale integrata, si è preferito riparare sulle vecchie misure propagandistiche aumentando di fatto le situazioni di disagio di quella che è una emergenza epocale. Gli slogan della campagna elettorale del 2018 che proponevano di fermare il flusso migratorio, anche ricorrendo ai respingimenti e a fantomatici muri, mostrano oggi tutta la loro debolezza. Non sapendo offrire risposte adeguate, il centrodestra persevera nella scelta di pseudo-soluzioni che minacciano equilibri già molto delicati, col rischio peraltro di creare ulteriori criticità per i nostri territori, moltiplicando i problemi esistenti”.

“Gli hotspot sono strutture ingovernabili, che hanno già dimostrato tutta la loro inefficacia. Come pensa Fedriga di gestire la situazione se l’amministrazione di centrodestra non è neppure in grado di trovare una soluzione (un tetto, un pasto…) per alcune decine di persone, tra cui molte donne e bambini, che ogni notte dormono all’addiaccio nei pressi delle stazioni ferroviarie di Trieste e Gorizia? I rappresentanti politici regionali dovrebbero affrontare con razionalità e concretezza il tema, offrendo soluzioni in cui la dignità umana non venga mai calpestata, anziché cedere ai bassi istinti propagandistici”, conclude Moretuzzo.

“Non bastano le continue criticità al Cara di Gradisca e alla Cavarzerani di Udine, la soluzione della destra è moltiplicare il problema imponendo un hotspot anche sul territorio triestino, così il Friuli Venezia Giulia può a tutti gli effetti diventare la Lampedusa del nord. Ci siamo battuti già anni fa per evitare che la nostra regione diventasse un centro di raccolta dei migranti, insistendo piuttosto per trasferimenti automatici in base alle presenze. Posizionare un’altra struttura a ridosso del confine significa creare un fattore di attrazione per la rotta balcanica e, quindi, non risolvere affatto il problema dei numeri, anzi rischiare di aggravarlo. Illusorio far credere che questa sia una soluzione”. Lo afferma la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, a proposito della proposta emersa durante la visita del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, di creare un hotspot fra i territori di Trieste e Gorizia per offrire accoglienza temporanea ai migranti in arrivo dalla rotta balcanica.

“L’ipotesi di un nuovo hot spot lungo il confine rischia di sovraccaricare ulteriormente il territorio in assenza di una riorganizzazione dell’accoglienza esistente” Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Andrea Ussai. “Bene che i migranti arrivino in una struttura e non siano lasciati al freddo, ma da lì si dovrà garantire che siano trasferiti in altre Regioni, in modo che non gravino su aree che attualmente sono già sotto pressione e che non si trasformino nell’ennesimo grande centro di accoglienza, come già accaduto in passato con il Cara e l’ex caserma Cavarzerani – aggiungono gli esponenti pentastellati – In strutture di questo genere l’accoglienza spesso viene limitata all’erogazione di servizi minimi e le persone vengono ristrette in condizioni di disagio, sovraffollamento e sostanziale inattività. Per questo andrebbero chiuse”.

“Bisognerebbe inoltre accedere ai fondi per la prima accoglienza per i minori stranieri non accompagnati e promuovere i progetti dei Comuni per chi si è visto riconoscere il diritto di asilo, su cui siamo tra ultimi in Italia– concludono Ussai e Dal Zovo -. Il centrodestra preferisce far pagare di più i cittadini della sua regione piuttosto che esporsi e cercare di governare un fenomeno: pare evidente che alla Giunta Fedriga interessi più evidenziare il problema che cercare delle soluzioni per risolverlo o almeno alleggerirlo. Tutto questo soltanto per tornaconto elettorale”.

  • autore: intervista di Andrea Pierini

, 2023-01-16 18:35:00, Hotspot per i migranti in Fvg, la politica si divide  Il Friuli,

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