Maggio 28, 2023

Critiche alla politica COVID? La Cina sospende gli account «scomodi»

La Cina e il coronavirus. Una storia che sembra, purtroppo, senza fine. Il governo di Pechino non ha nemmeno fatto in tempo ad alleggerire un po’ le pesanti misure di limitazione introdotte dalla politica «zero Covid» ed ecco che il Paese viene sommerso da una preoccupante ondata pandemica. Ondata che sta mettendo seriamente in crisi il sistema sanitario cinese e destando non pochi timori a livello internazionale. Tuttavia, nel Paese del Dragone sembra esserci ben poca tolleranza per quanto riguarda eventuali critiche al sistema di gestione della pandemia.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta ma, per inquadrare meglio la situazione, facciamo un passo indietro.

Già, indietro. Perché nel mondo si sta diffondendo proprio quella paura: di essere tornati tragicamente indietro di due anni. Di rivivere quegli stessi scenari che tutti noi vorremmo solo poter dimenticare. Prima tra tutti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha espresso preoccupazione per la mancanza di dati chiari sui malati Covid da parte cinese. Nel frattempo, alcuni stati come Germania, Svezia, Belgio, Canada, Australia e Stati Uniti si sono mossi prendendo delle contromisure e richiedendo un risultato negativo al test Covid per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina (in Svizzera, per il momento, tutto tace). Azioni che hanno scontentato le autorità di Pechino, tanto da affermare che i requisiti imposti dai governi stranieri non si basano su dati scientifici. E aggiungendo anche di voler ricorrere a non meglio precisate contromisure. Insomma, per la Cina la situazione Covid è ampiamente sotto controllo e i portavoce respingono con veemenza le ipotesi che parlano di riapertura troppo frettolosa o di mancanza di preparazione delle autorità di fronte a una possibile (ora reale) recrudescenza del virus e delle sue nuove, contagiosissime, varianti.

La pensa un po’ diversamente la società britannica di analisi mediche Airfinity, che ha divulgato le sue stime. Secondo Airfinity, questa nuova ondata pandemica starebbe costando molto cara alla Cina: 11.000 morti al giorno e 1,8 milioni di contagi giornalieri. Arrivando a prevedere, entro la fine di aprile, 1,7 milioni di decessi a causa del virus. Le autorità sanitarie di Pechino, dal canto loro, oltre a ribadire una perfetta trasparenza dei dati forniti, pubblicano cifre differenti che seguono un metodo differente, come ha spiegato Associated Press. «Viene pubblicato un conteggio giornaliero dei nuovi casi, dei casi gravi e dei decessi, ma questi numeri includono solo i casi ufficialmente confermati e viene utilizzata una definizione molto ristretta di decessi legati al Covid. Le autorità inoltre affermano che, da quando il governo ha posto fine ai test obbligatori e ha permesso alle persone con sintomi lievi di sottoporsi al test e di fare la convalescenza a casa, non è più in grado di fornire un quadro completo dello stato dell’ultima epidemia».

Ma veniamo al caso emerso negli ultimi giorni: quello della sospensione degli account social cinesi ritenuti “scomodi” perché critici nei confronti della gestione pandemica. Parliamo della popolare piattaforma social Sina Weibo che ha comunicato, ripresa da Associated Press, di aver emesso sospensioni temporanee o permanenti per 1.120 account. Oltre ad aver fatto fronte a quasi 13 mila segnalazioni che includono anche «attacchi a esperti, studiosi e operatori sanitari». Ma non solo. Sina Weibo, in un comunicato, ha aggiunto di voler «continuare a incrementare le indagini e la pulizia di tutti i tipi di contenuti illegali per creare un ambiente comunitario armonioso e amichevole per la maggior parte degli utenti». Bandite quindi le critiche e i malumori. Eppure, durante la severa politica «zero Covid» – che ha visto test di massa e lunghi confinamenti forzati sfociare in rabbia e proteste –, il governo aveva «fatto affidamento sulla comunità social per difendere le misure adottate». Misure che ora stanno progressivamente venendo messe da parte, come pure la tolleranza alle critiche.

E poi c’è il Capodanno Lunare cinese alle porte. Una festa importantissima e molto sentita nel Paese del Dragone, durante la quale moltissimi cittadini si mettono in viaggio spostandosi solitamente dalle grandi città verso le zone meno sviluppate. E le autorità cinesi sono già in allerta: due giorni fa il ministero dei Trasporti ha invitato la popolazione a ridurre i viaggi e gli incontri. L’appello è volto in particolare a proteggere le fasce più fragili: anziani, donne incinte, bambini piccoli e persone già affette da patologie. Al momento, i cinesi che intendono partire con voli internazionali sono ancora relativamente pochi. Ma è un altro il dato che impensierisce le autorità di Pechino. La previsione è che i viaggi all’interno del Paese, in treno e in aereo, raddoppieranno di numero rispetto allo stesso periodo del 2022. Portando queste cifre ai livelli del Capodanno Lunare 2019. Prima che tutto avesse inizio.

© AP/Andy Wong

© AP/Andy Wong

, 2023-01-08 18:30:00, Critiche alla politica COVID? La Cina sospende gli account «scomodi»  Corriere del Ticino,

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