
La società bianconera dovrà essere brava ad affrontare il caso a livello disciplinare. E al tecnico, chiamato a gestire il portoghese nell’esclusivo interesse della squadra
La scena (anzi, la sceneggiata) vista al minuto 55 di Juventus-Milan all’Allianz Stadium rimarrà impressa come uno dei momenti di maggior impatto a livello emotivo della stagione bianconera. L’uscita dal campo di Cristiano Ronaldo, quelle parole a mezza bocca pronunciate all’indirizzo di Maurizio Sarri, e soprattutto la decisione di andare dritto negli spogliatoi lasciando anzitempo lo Stadium rappresentano uno strappo forte, rumoroso e clamoroso.
Da ricucire in fretta, con un rapido chiarimento con spogliatoio e società. Perché un Ronaldo bizzoso, in un club che negli ultimi anni ha costruito le proprie fortune anche se non soprattutto sulla compattezza e l’unità di intenti, rischia di essere un problema complicato da gestire e condizionante.
Da Mosca allo Stadium, reazioni scomposte e fuori luogo
Scomposta, fuori luogo, sproporzionata rispetto all’accaduto. Definitela come volete: rimane il fatto che la reazione di Ronaldo al momento del cambio è oggettivamente sbagliata. Innanzitutto per una questione di regole: uscire dal campo in quel modo, sullo 0-0 di una partita che fino a quel momento era stata di difficile interpretazione per i bianconeri, tradisce una mancanza di rispetto nei confronti dei compagni (con i quali servirà un confronto) e del tecnico.
In secondo luogo per una questione puramente tecnica: il Ronaldo visto all’opera contro il Milan è stato uno dei peggiori in campo (se non il peggiore in assoluto) e la decisione di Sarri di sostituirlo è ineccepibile. Il campanello d’allarme era scattato mercoledì sera in Champions League sul campo della Lokomotiv Mosca: già in quella circostanza Ronaldo non aveva affatto gradito la sostituzione e aveva lasciato il campo scuro in volto. Dalla Lokomotiv al Milan, la scena si è ripetuta nel giro di pochi giorni. Una cosa è certa: dal giorno del suo arrivo in Italia, nell’estate 2018, questo è il momento più delicato del Ronaldo juventino.